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tartaruga

gennaio 9, 2010
 Dal mare chiamò a gran voce i due, che non avevano però attrezzatura da snorkeling. Solo una maschera e degli occhialini. Senza pensare troppo al pericolo, si buttarono. Non era facile nuotare senza pinne, la corrente era forte. Sandro era avanti, nuotava sicuro e ad un certo punto indicò qualcosa sotto di loro, una enorme tartaruga stava pinneggiando verso il largo. Iniziarono a rincorrerla, a seguirla, incuranti delle correnti forti e impetuose del pacifico. Si erano allontanati parecchio dalla costa, dagli scogli su cui Pedro faceva loro cenno di tornare. Sandro a un certo punto si fermò, si rese conto che la loro incoscienza e la bellezza dell’attimo, i pesci colorati e la tartaruga li avevano distratti e con uno sguardo fece capire a Serena, che era ora di rientrare. La corrente li aveva presi e portati via, il sole alto all’orizzonte, dietro, due arcobaleni che si rincorrevano. La paura di lasciarsi andare, di perdersi, di ritrovarsi, niente di quelle paure era con loro, solo lei, la tartaruga. Nuotare con vigore e poi  tornare a riva, alla realtà, alle proprie vite, alla quotidianeità, nuotare controcorrente senza pinne non fu facile ma i forti muscoli delle gambe di Sandro e l’abilità di nuotatrice di Serena, li riportarono a riva. Sugli scogli Pedro confessò che si era preoccupato, ma Serena e Sandro, si guardarono e per un attimo, un solo attimo, furono felici insieme, come bambini. 

Dal romanzo I sassi non si trasformano in fiori di Laura Giarré
2 commenti leave one →
  1. gennaio 9, 2010 7:26 PM

    lq complicità è felicità…sì, bello.

  2. utente anonimo permalink
    gennaio 10, 2010 10:57 am

    provo

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