cicli
voglio essere ottimista e dividere la vita in tre cicli da 1 a 30 da 30 a 60 e da 60 in poi
le aspettative lo scorrere del tempo i progetti del futuro le cose importanti o meno
cambiano in ognuno di questi
essendo ormai entrata da un pochino nel terzo ciclo
guardo avanti
cosa cerco ancora
cosa davvero conta
un sorriso di un’ amica o di un amico
una visita al museo di arte contemporanea
una passeggiata
un burrito su una panchina
Città dell’anima
Le città ti entrano nel cuore a goccia a goccia
Ci vogliono anni perché una città mi entri nel sangue e poi risalga fino al cuore e poi sostituisca la linfa e pervada tutto fluendo incessante
E’ successo a molti luoghi e molte città che ho abitato per poco o molto tempo
Palermo sopra a tutte ci ha messo secoli a farsi conquistare a farsi amare a farsi possedere ma quando infine ha ceduto
e..
Si è svelata ha lasciato tracce che non se ne sono più andate
La palermite si era manifestata inizialmente come un rifiuto un no secco un odio viscerale
La luce abbagliante che mi colpiva scendendo dall’aereo faceva venire il mal di testa e mi obbligava a indossare occhiali e cappello
Venivo dal grigio noioso di un’altra città che avevo amato solo dopo anni
E quella luce abbagliante quell’azzurro forte mi distoglieva dal mio cupo vivere
Poi nel frattempo avevo nel cuore un altro luogo un altro mare che ho messo anni a riporre il cui richiamo come una sirena mi stregava. Solo dopo aver fatto pace con quell’oceano e quel mare e quella costa il mio cuore era libero di amare ancora un altro luogo
E ho cominciato a innamorarmi del cielo azzurro dei contrasti dei Monti che incombono dell’isola del cibo e ogni piccolo angolo e’ entrato in me .. la passeggiata verso ballaro’ la cattedrale i quattro canti la cala i palazzi piazza della rivoluzione via alloro o semplicemente una panchina di viale delle scienze
Poi quando ho cominciato dopo anni a sentirmi finalmente a casa sono venuta via
Ero lontana ero a Boston Quando ho deciso
Era giusto così
Mi ha permesso di occuparmi di mamma
Ma Palermo la mi chiama e richiama spesso .. canta e mi incanta .
E allora.. vado




Ricamo
Nel rileggere il libro della Bellotti mi sono ricordata delle cose che avevo sepolto nei meandri della mente. Ho fatto le medie alla scuola Pieraccini in viale lavagnini tra il 1971 e il 1974 (a Firenze). Come descritto nel libro le femmine entravano prima mentre i maschi aspettavano fuori in fila ed e entravano a corsa dopo. Noi avevamo il grembiule nero e loro no. La scuola era mista e la preside era molto severa ma forse anche avanti per l’epoca. Secondo i piani ministeriali al momento delle applicazioni tecniche ( e anche della ginnastica) ci dividevamo. Ho imparato a ricamare a punto in croce, a cucinare le fragole con la panna e poco più. Non ho tagliato il legno o saldato come facevano i maschi. Mi sono tagliata una coscia con le forbici che la prof ci faceva tenere al collo ( perché ero sgraziata, vitale, sprecisa, creativa e non stavo mai ferma) e ne ho ancora il segno sulla coscia destra. Durante il lockdown nel 2020 dopo quasi 50 anni ho ripreso un ago in mano e ho provato nuovamente a ricamare. Non so fare molto con le mani e sono tuttora sprecisa e poco paziente. Non mi è mai interessato fare cose da ”femmina” e mi piaceva leggere nel tempo libero o correre in bicicletta. E questo l’ho continuato a fare.. Ora che sono professore ordinario, ingegnere, dottore di ricerca, presidente o se volete ingegnera, professora, presidentessa, dottora .. ho riscoperto il piacere rilassante ( ma per me molto difficile) di ricamare .. come scelta.. non credo nei ruoli ma credo nelle passioni e nelle scelte.




Dalla parte delle bambine
Per onorare la memoria di Gianini Bellotti mi sono messa a rileggere #dallapartedellebambine libro di 50
Anni fa , purtroppo ancora più attuale oggi di allora. Perché se allora gli unici meccanismi di differenziazione repressione o esaltazione e inposizione di modelli erano dettati da genitori e/o da maestre dell’asilo .. ora la Pubblicita i media la televisione TikTok internet e tutto il bombardamento mediatico aumenta mto ma molto di più quello che poteva essere solo un atteggiamento dei genitori o dei nonni .
La società in questo senso e’ regredita verso modelli stereotipati dettati per lo più dal marketing oltre che per il mantenimento dello status quo di potere. E’ interessante leggere questo libro e vedere come ancora oggi si creda che maschi e femmine siano diversi per natura e non che ognuno di noi nasca con una sua personalita che va solo stimolata e mai repressa per assomigliare a un modello precostituito.
#gender#equality#femminism#society
Menomale che mi comprarono il camioncino a tre anni!!! menomale che mi lasciarono fare lo scientifico e ingegneria! menomale che mamma e le zie lavoravano e avevano studiato! menomale che sono cresciuta negli anni 70! menomale che ho giocato col LEGO e le piste con le macchinine! menomale che giocavo a pallone per strada!

Gratitudini

Sono grata che ho amiche care come letizia, ilenia, Silvia, Maria Cristina, Federica, Roberta
Amici cari come Fabrizio Francesco Marco Michele Fulvio Carlo
Mia sorella la sua famiglia con Roberto Greta e frida
E un compagno mascherato che mi fa uscire dalla mia pigrizia e mi porta in bici a piedi sulle ciaspole
Sono grata che in questo 2022 ho avuto il covid e non e’ successo niente di che grazie ai 4 vaccini
Sono grata che mia maMMa e mio babbo mi hanno riempito di amore e ottimismo quando ci erano ed e’ la migliore eredità oltre a farmi studiare che mi potevano lasciare
Sono grata che ho fatto la mentore al gruppo idun di alesund giovik, ho aiutato a creare il dottorato nazionale in sistemi autonomi e ho una nuova dottoranda ..Elisa
Sono grata che anche se sono stata solo a Trondheim e alesund, Palermo, Roma, Cagliari e Amburgo. Ho goduto ogni viaggio virtuale e reale ..
Sono grata che ho fatto tanti giri in bici in Toscana e all Elba ho fatto tanti bagni e giri in canoa
Sono grata che ogni mese mi arriva un buono stipendio grazie allo studio e posso lavorare in un ambiente pieno di giovani
Sono grata di abitare nella casa di mio nonno che appartiene ai giarre’ dal 1925
Sono grata che non me ne sono ancora andata come hanno fatto Andrea e Rodolfo
Sono grata di una messa a montepaldi con gli amici di gioventù e un pranzo a San Vincenzo e un aperitivo coi compagni di classe del liceo
Tradizioni di Natale

Il natale e’ gioia partecipazione sorrisi ma da quando i miei non ci sono più e’ tutto diverso.. il natale comincio’ a cambiare Quando non ci furono più i nonni.. la mia ultima nonna se ne andò’ nel 1990. E le tradizioni cambiarono, ma furono sostituite da nuove tradizioni la maionese di zia Vanda resisteva ancora .. Quando nel 2011 se ne andò’ papà era tutto più triste ma con mamma la loro casa il camino i divani di Damasco su cui scambiarsi i regali il servito buono il cane che scorrazzava tra i pacchi come prima a casa di nonna avevano fatto pilu e tea .. si andò’ avanti col brodo di cappone e lo sformato .. ma dal 2021 anche mamma non ci è’ più e nemmeno la sua casa il camino e tutto il resto.. e mi guardo in giro ..e un retrogusto di tristezza mi attanaglia .. ma.. nuove tradizioni sono nate nel frattempo il 24 pomeriggio a casa Morelli a fare il presepe .. il pranzo da mia sorella .. frida che scorrazza coi fiocchi .. io che cucino il cappone e faccio la zuppa inglese .. e nuove si faranno ancora .. la vita va avanti tra una pallina sull’albero e nuove famiglie che si formano .. così cercando di mantenere le tradizioni ottocentesche di guardano i filmini americani e le loro assurdità pensando alle nostre di assurdità .. e non ci è più il panettone dopo la messa di Natale dal mons come negli anni ottanta o il pigiama regalato dalla zia .. non ci è più nemmeno la zia.. e la zia ora sono io.. che regala pigiami della taglia sbagliata e prova a fare la maionese con il cucchiaio e la scodella senza usare il minipimer.. o compra i tortellini a modena …e i regali su Amazon … e la vita va avanti e le tradizioni nuove o vecchie danno senso alla vita

15
Al quindicesimo giorno in cui positiva era chiusa in casa e a parte guardare food network cucinare e mangiare riduceva le attività al minimo si chiese se era viva o era morta .. i pochi amici che ancora si ricordavano di lei con un messaggio whatsapp si stavano diradando alla tele vedeva una media di tre o quattro film Di Natale consecutivi .. provava a pensare a un progetto ma il covid le aveva definitivamente tolto la voglia di uscire di fare di andare.. forse era davvero morta e nessuno l’aveva avvertita .. i film di Natale erano tutti uguali paesini sotto la neve ragazze che incontravano ragazzi spesso vedovi macchine Che si rompono e lieto fine.. con la neve a ricoprire tutto e L accensione dell’albero e i biscottini al ginger..uno chalet affittato a più di una persona..
Cosa ci era dietro l’angolo .,? Il nulla cosmico la avvolgeva in una nube di noia mista a palline rosse

Playlist 28/29/30
Le canzoni della mia Playlist sono quasi finite.. sono rimaste Be with you, … tu non mi basti mai .. e Le vent nous portera
Quest’ultima è una canzone del 2001 dei Noir desir che ho amato molto, che ho ascoltato e riascoltato e mi ha accompagnato in quell’inizio di secolo per me difficile
out disparaîtra mais
Le vent nous portera
La caresse et la mitraille
Et cette plaie qui nous tiraille
Le palais des autres jours
D’hier et demain
Le vent les portera
Anche questa è una canzone contro la guerra, una canzone futuristica, di un futuro brutto e sconosciuto… ma per me era un suono martellante che mi svegliava dal mio torpore dell’anima, dalle mie chiusure, dal mio risvegliarmi d colpo nel futuro che era il presente..
Una canzone con il suo martellio iniziale che mi faceva da sveglia …. cosa mi portava a me il vento… mi ritrovavo in quegli anni a Palermo, in un dipartimento guidato da un pazzo, che mi provava a mettere le mani addosso (per picchiarmi), che voleva che metessi il nome del figlio sugli articoli, che viveva il mondo universitario in maniera ottocentesco, io ero una giovane quarantenne che aveva passato troppo tempo in California, che non vedeva piu’ un futuro scientifico o personale, e cantava a squarciagola,, il vento ci porterà…ma… avevo Raffaele e Dario a farmi compagnia, avevo Pierfrancesco e Luca, e poi Ilenia, Eleonora, avevo persone vicine che mi scuotevano dal torpore, avevo voglia di fare ricerca e di crescere, e cosi’ dalle macerie della mia guerra personale rinascevo ancora una volta e ricominciavo a vivere..
Quando nel 2000 preparammo il memoriale per Mohammed, suo fratello Munzer mi chiese delle foto e se avevo delle canzoni che volevo far suonare per lui… scelsi tu non basti mai per vari motivi, perchè ascoltandola Dalla dice.. fra l’altro
Vorrei esser la tomba quando morirai
E dove abiterai
Il cielo sotto il quale dormirai
Così non ci lasceremo mai
Neanche se muoio e lo sai
Tu, tu non mi basti mai
Davvero non mi basti mai
Io, io, io ci provo sai
Non mi dimenticare mai
e perchè qualche anno prima. viaggiando tra Torino e Padova con la Clio, mi ero fermata a un autogrill e avevo comprato questa cassetta di Lucio Dalla, CANZONI, si intitolava.. e l’avevo cantata a squarciagola allora e anche dopo,…senza sapere che poi si sarebbe avverata nel peggiore dei modi.. e cosi’ una stupida canzonetta è diventata un testamento, un grido… e ora anche dopo 22 anni dalla tua morte ogni volta che la canto o la sento ti vedo in giro vicino a me e cerco di non dimenticarti mai..
Sempre nel 2000 tornando in macchina dall’ospedale di UCLA dove il 29 luglio te ne eri andato per sempre, alla radio passavano questa canzone Be with you e tornando A casa tua, cucinando per i vari familiari insieme a tua madre, mi misi a canticchiarla senza sapere ne’ chi fosse il cantante ne’ cosa ci entrasse con quel momento… Ma se una canzone fissa un momento, questa è la canzone che assocero’ sempre a quel viaggio di ritorno verso Santa Barbara. Partii il giorno dopo, tornai a Firenze, alla mia vita, non ci entravo nulla io con i riti, il viaggio verso la tua terra, la tua famiglia.. e ascoltando be with you ballo insieme a Iglesias e urlo che vorrei essere con te.. ma tu non ci sei più.. e la chitarra viene strimpellata e si balla….
City lights, streets of gold
Look out my window to the world below
Moves so fast and it feels so cold
And I’m all alone (I’m all alone)
Don’t let me die
I’m losing my mind
Baby just give me a sign
And now that you’re gone
I just wanna be with you (be with you)
And I can’t go on
I wanna be with you (be with you)
Wanna be with you

Playlist 27
And in the naked light I saw
Ten thousand people, maybe more
People talking without speaking
People hearing without listening
People writing songs that voices never share
No one dared
Disturb the sound of silence
La canzone the sound of silence di Simon & Garfunkel del 1969 tutti la associano al film il laureato alla corsa pazza verso la chiesa .. all’interruzione del matrimonio nel cui immaginario siamo tutti cresciuti.. non ho mai pensato che una scena del genere rientrasse nelle mie corde.. anzi ., ognuno fa le sue scelte e ne prende le conseguenze..
Piansi si Quando seppi da una amica che avevi fatto la tua scelta.. piansi quel giorno in ospedale operata al seno nasale per un polipo con una gota gonfia e un dolore tremendo con mia mamma al mio fianco quel giorno del 1988 quando passasti a salutarmi in ospedale forse per dirmelo che ti sposavi anche se il coraggio non l’avesti e fu forse l’ultima volta che mi guardasti negli occhi
Ma le decisioni sono frutto di tante scelte piccole e grandi e hanno le loro conseguenze. e la tua vita era destinata a essere vissuta insieme a un’altra persona
E la mia vita era destinata a essere vissuta diversamente dai piani originari
Per me questa canzone era una specie di inno alla mia libertà .. una delle prime cose che feci nel 1986 fu di comprarmi una vespa 200 e con quella con libertà viaggiare dove volevo .. una delle cose che feci nel 2013 fu di comprarmi una moto la mia Yamaha e con quella sfrecciare per le strade di Palermo
Il film il laureato io lo avrei finito così con lui che se ne va col suo duetto da solo ..
La libertà consiste nell’ accettare gli altri e le loro scelte qualunque esse siano.
Un altro matrimonio a cui andai fu a gennaio 1985 l’anno del grande freddo e dell’Arno gelato e del meno 23 .. era una piccola chiesa vicino al Vivoli e tu ex suo fidanzato e ex mio cognato eri seduto in fondo .. non so perché eri venuto .. mi ricordo che dopo ti arrabbiasti con tutti noi amici perché non ti eravamo stati vicino .. ma anche tu non arrivasti con la spider rossa .. ti sedesti in fondo alla chiesa e partecipasti al matrimonio.. la mia amica Cristina si sposava col suo Angelo, Veronica stava per arrivare ed eravamo tutti vestiti con i dopo sci per La tanta neve.. tutto cambio poi .. tutto davvero .. e ognuno di noi quattro prosegui sulla propria strada anzi sulle proprie tante strade

Playlist 26
How many roads must a man walk down
Before you call him a man?
How many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, and how many times must the cannonballs fly
Before they’re forever banned?
The answer, my friend, is blowin’ in the wind
The answer is blowin’ in the wind
Una canzone pacifista come Blowin’ in the wind che va bene per tutti i tempi perché anche ora ci voltiamo dall’altra parte e la colomba della pace non arriva.. quando ho scelto questa canzone per la mia playlist dei sessanta anni mia mamma era ancora con me. L’Ucraina non era ancora stata invasa .. ma le guerre in questi sessanta anni di pace (1960-2020) hanno continuato a esserci anche se noi crescevamo con la illusione che non ci fossero più .. ma le guerre erano lontane e noi continuavamo a voltarci dall’altra parte..
Nel 1995 con Renato la Clio bianca e le nostre bici sul tetto andammo a fare una vacanza in Croazia, l’idea era di scendere giù fino alla Grecia e tornare poi via nave. Arrivati vicino al confine con il Kosovo però ci dissero che avevano chiuso il confine e non si poteva proseguire.
Decidemmo allora di andare verso la Bosnia. Passammo da Monstar dove il ponte era stato distrutto due anni prima.e le macerie erano li a testimoniare. il paesaggio verso Sarajevo era desolante.. la guerra era finita da poco ma gli effetti visibili erano impressionanti.. i casolari di campagna distrutti .. non ci era molto rimasto in piedi.. Arrivammo così a Sarajevo.. vedevo dal finestrino palazzi grattacieli tutti divelti forellati di buchi e sventrati.. trovammo un posto in un alberghetto in centro vicino alla moschea dove il muezzin chiamava alla preghiera..
Le camionette bianche con la scritta UN giravano per la città.
Il centro della città brulicava di gente ragazze e ragazzi giovani che tornavano alla vita come se gli orrori non ci fossero stati.
Ma per me.. quella fu la prima esperienza ( dopo che nel 1980 avevo visto di campi profughi palestinesi) in cui potevo toccare con mano gli effetti della guerra .. il giorno dopo attoniti prendemmo la macchina e andammo via.. non eravamo arrivati fin lì per fare i turisti di guerra ..
La guerra di cui tanto avevo sentito parlare dai tempi di quella del Vietnam era stata a due passi da noi ..al di là del mare.. gli orrori di cui si è saputo solo dopo .. erano lì .. visibili ferite che svettavano nel cielo…
Sulla costa della Croazia tutto era normale sulla costa italiana tutto era normale .. ancora una volta avevamo voltato lo sguardo e fatto finta di nulla
